giovedì 23 settembre 2010

dei viaggi: Londra e il concerto "dietro l'angolo"...




Strani giri fa la vita, un giorno vivi Milano e il suo grande ordinato caos e il giorno dopo ti ritrovi in un tranquillo paesino a due passi dal mare dove per andare da un capo all’altro ti ci vogliono quei 15 minuti scarsi. A piedi.


In quel paesino ci sei tu, ormai in pianta stabile ritornata a casa per inseguire la realizzazione che sogni e già vedi in lontananza. Sei qui e per ora non sei ancora nessuno, ma allo stesso tempo sei qui e sei altrove, dove hai trascorso sei lunghi anni e hai incontrato gente, tanta gente, hai fatto viaggi, hai vissuto esperienze, hai conosciuto amici e hai consolidato passioni.


Considerazioni nate per caso queste, oggi, girovagando su facebook. All’improvviso mi colpisce una pubblicazione, diversa dalle altre, con una didascalia che diceva “La carica del giorno...il concerto più rock a cui abbia mai assistito!!!” e il link a un video che conosco fin troppo bene…era mio!! L’avevo caricato io tempo fa su Youtube, 7 minuti e rotti di un’avventura bellissima, all’inseguimento di una grande passione. È “In ogni atomo” in presa diretta, ma non da un tour qualsiasi (che pure ne ho macinati di km e di date su e giù per l’Italia per amore di quei 4 matti), arriva dritta dritta dagli scantinati bui di un piccolo pub di Londra, è il mio video, quello che ho girato io a 3 centimetri dal palco del concerto migliore a cui abbia mai assistito!

Inutile dire che le emozioni di quel giorno sono ricomparse prepotenti nella mia mente, le ho ripercorse tutte fotogramma dopo fotogramma, in un viaggio fisico e mentale organizzato in un lampo con la certezza che tutto sarebbe stato memorabile. Forse così prepotenti da spingermi a prendere in mano uno spazio virtuale che ormai da tempo non sentivo mio, e costringerlo a regalarmi un link ai miei ricordi, che un giorno magari potrebbero affievolirsi. 

È ancora vivido come fosse ieri il giorno in cui prenotai i biglietti aerei: tre secondi prima avevo letto sul sito dei Negrita la news della data a Londra, due secondi prima avevo scambiato uno sguardo complice e deciso con la mia compagna di scorribande, nonché sorella, e in quel momento mi ritrovavo a far visita alla compagnia aerea amica dei giovani, la Ryanair, comprando nel giro di mezzo minuto due bei biglietti a/r Bergamo Orio Al Serio-Luton, che già che c’eravamo ci sarebbe scappato anche un bel weekend lungo in quella Londra che tanto mi affascina ogni volta che ci torno. Passo successivo, determinante per il proseguo del racconto: mi precipito sul sito di ticketing e mi assicuro i nostri due bei posti in prima fila (come da tradizione, ero certa saremmo finite lì in un modo o nell’altro!)! Giro di telefonate veloci, altri 4 amici in più alla cellula iniziale, ricerca ostello, studio planimetrie e mezzi, ok, ci siamo.
Il giorno della partenza è elettrizzante, volo perfetto, tempo accogliente (comincio a credere che la storia di Londra piovosa sia una leggenda), profumo di grande metropoli, sistemazione bagagli, e via…che l’avventura abbia inizio.



Prima tappa, obbligata data la missione del viaggio, “Hard Rock Cafè”, dove un’insalata costa 17 sterline e per capirti devi parlare in spagnolo con una cameriera sudamericana, ma si doveva fare!
L’immancabile giro notturno sui bus a due piani, prendendoli un po’ a caso e al volo, per gustarti il Tamigi illuminato dalle luci del lungo fiume, la maestosità dei palazzi, e tu che ti senti piccola piccola lì davanti, ma allo stesso tempo con la vita in pugno.



Ma questo viaggio aveva uno scopo iniziale, ed è così che il giorno dopo ci si mette di buona lena a individuare il locale del concerto. Cafè Nero (e l’immancabile commesso italiano) è la nostra salvezza, girato l’angolo eccolo lì.
Partenza, decollo, non c’è nessun controllo...di scatto riparto ci sono cose che volevo...e mi ritrovo al Borderline, 16 Manette Street, London.


È questa la location che ha accolto i Negrita nella loro sorprendente data londinese, in un piccolo tipico pub da 350 posti, tutto sold out, per una sera diventato punto di raccolta di 350 italiani (se non si contano quei settanta e più che son rimasti fuori) uniti tutti dalla stessa passione per la stessa musica.
Un Pau visibilmente emozionato non ha potuto far altro che ammettere che tutto questo riscontro non se lo aspettava, in fondo era solo una data nata un po' per gioco. E che invece si è trasformata nei momenti più belli che i dottori abbiano mai potuto regalare a chi li segue con costanza da anni.
Atmosfera familiare, ambiente caldo e raccolto, distanza palco pubblico pari a zero hanno trasformato la serata in una sorta di spettacolo per pochi intimi, quasi i Negrita fossero ritornati a suonare in un garage al cospetto degli amici più fidati.
 Scaletta ridotta (e ce l'ho ancora quel pezzo di carta, nonostante un trasloco!), ma decisamente più coinvolgente, soprattutto perchè nessuno di quelli che erano in quella stanza si trovava lì per caso, e questo si sentiva, e pure tanto.  



Bastano le prime note di Radio Conga per infiammare gli animi, e da quell’attimo in poi è solo un’escalation di pathos, divertimento, sudore e pelle d’oca.
Momento magico sulle note dell’armonica che introduce Ho imparato a sognare, un unico coro la intona, e un brivido corre lungo la schiena mentre la voce sembra un po' rompersi.  
Sono così coinvolta che canto anche su Che rumore fa la felicità e Rotolando Verso Sud, cosa che tra le luci bianche di un palazzetto non mi succede mai.


Soy taranta e Salvation chiudono la prima parte, che ci ha riservato anche Il ballo decadente, La bomba in una mano, il libro nell’altra, Bambole, In ogni atomo, Sale, Peace Frog, Notte Mediterranea, Ullulallaluna, e Alzati Teresa. Pausa e poi di nuovo i Docs sul palco (?) a regalare una raffica fatta di Sex, A modo mio e Mama maè tutte d’un fiato, in un vortice sempre più fragoroso di energia. Chiusura con Cambio, che ha rubato la scena alla ben più rilassante Gioia Infinita, scelta per concludere i live di questo nuovo tour.



Ma del resto non potevano fare altrimenti, chiudere con una bomba un concerto esplosivo dall’inizio alla fine. Un abbraccio reale e partecipe, un’esperienza irripetibile.
Probabilmente, anzi sicuramente, sarò di parte, ma questi dottori, dal vivo, sanno sempre riservare magnifiche sorprese. Spero solo che iniziative come questa vengano bissate, più e più volte, magari.

Sconvolti, sudati, felici, la notte di Londra ci aspetta e ci accoglie senza voce ma con la felicità stampata sui nostri volti. Ridiamo, cantiamo, camminiamo tanto, viviamo! Dopo qualche ora siamo di nuovo a Milano, ma il bagaglio che ci siamo portati dietro nessuna compagnia aerea potrà mai rischiare di perderlo!  

Ps: piccolo suggerimento per chi si lascia facilmente prendere dall’entusiasmo, e dopo un evento del genere si mette a saltellare in giro per la città in preda alla gioia: attenzione agli scalini degli ostelli. Se ci si distrae un attimo, il risultato potrebbe non essere così felice…

Ops..se si cade da una rampa di scale, la caviglia ne risente!!

2 commenti:

cri ha detto...

quest'ultima foto (insieme al sudore di pau che ti arriva sotto il palco) vale tutto il viaggio!! clap clap clap!

angelaaaaaaaa ha detto...

il sudore di pau è la medicina!
(brrr che brutta scena!)
Grazie per la visita :)